XIV Congresso Regionale ACLI Lombardia APS

Contributo di #AntonioBotta

Ho avuto la netta percezione in questi 4 anni di Presidenza ACLI Regionale che le ACLI Provinciali che hanno risorse proprie (di persone ed economiche) vivono di vita propria e non sentono il bisogno né la necessità di rapportarsi con il Regionale.

Se non fosse che devono passare dal Regionale per il tesseramento, quasi quasi lo ignorano. Vuoi perché il Patronato ed il Caf Provinciali ricevono le indicazioni direttamente dal Nazionale, vuoi perché i Provinciali, specialmente quelli “ricchi”, hanno creato al loro interno proprie strutture autonome ed indipendenti.

Diverso, penso, sia il discorso per le ACLI Provinciali senza risorse proprie: se vogliono svolgere attività aggiuntive rispetto ai servizi del Patronato e del CAF,  hanno bisogno di aiuto che può venire dal Regionale e/o dalle Provincie dotate di maggiori risorse e strutture.

 Di fronte a questa “disuguaglianza”, penso che il Regionale dovrebbe cercare di ridurre le distanze tra le diverse Province e sostituirsi a loro, attraverso la sussidiarietà, nel momento in cui le stesse non riescono a produrre ciò che vorrebbero realizzare.

Perciò quale ruolo dovrebbe avere il Regionale, secondo me?

Senza voler essere esaustivo, ecco alcune indicazioni di che cosa dovrebbe occuparsi il livello Regionale delle ACLI:

  • Innanzi tutto, come dicevo più sopra, raccogliere e coordinare tutte le istanze provenienti dai territori Provinciali, attuare la sussidiarietà ed affiancare le Province che chiedono di essere aiutate. In questo lavoro è importante convocare e coinvolgere la PREP (Presidenza Regionale e Presidenti Provinciali);
  • Invitare tutte le Province a trasmettere al Regionale, con largo anticipo, ogni iniziativa che possa interessare tutto il territorio lombardo e, a sua volta, il Regionale divulgare tali manifestazioni a tutte le Province attraverso un calendario delle manifestazioni acliste regionali;
  • Essere l’unica interfaccia con tutte le Istituzioni, religiose e non, e le Associazioni che svolgono attività sociale a livello regionale per poi mandare tutte le informazioni ai livelli Provinciali;
  • Proporre momenti di formazione sia agli addetti ai lavori (dirigenti e dipendenti) da fare a livello centralizzato (Milano), sia agli iscritti attraverso pacchetti formativi che possono essere fatti girare nelle Province; 
  • Continuare a svolgere il compito, magari anche potenziandolo, di tenere monitorati i bandi nazionali e regionali relativi al sociale, approfondirli e studiarli  per verificare quali possono essere appetibili per la nostra Associazione, predisporre bozze di progetto e  proporli alle Province per vedere se possono essere interessate. Se del caso, assistere le province nel personalizzare tali progetti.

Antonio Botta (Componente la Presidenza regionale 2016-2020)

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