XIV Congresso Regionale ACLI Lombardia APS

Contributo di #GiovanniGaruti

Dovevamo andare a Congresso, ma il mondo si è improvvisamente fermato.

Tutti a casa a riscoprire i rapporti familiari, con l’impossibilità di incontrarci per scambiare opinioni sulle questioni di attualità, lontani dalle scuole, dalle fabbriche e dagli uffici, costretti a studiare e lavorare atomizzati, davanti a schermi con amici e compagni “virtuali” che si affacciano disorientati e smarriti, spesso in gruppi anonimi, alla ricerca di visibilità e accoglienza.

C’è la speranza di ripartire alla riscoperta di spazi di dialogo e socializzazione, con idee e progetti da elaborare e sviluppare in comunità, aperti al confronto e alla collaborazione, per offrire occasioni di incontro nella realtà ecclesiale e nella società, sulla spinta anche dei discorsi alla città dell’Arcivescovo Mario Delpini a Sant’Ambrogio su “autorizzati a pensare” e “benvenuto futuro!”.

Si deve ricominciare da “dove eravamo rimasti” prima dell’epidemia, per ritrovare il “filo rosso” dei mestieri dei Circoli e delle ACLI, nelle varie articolazioni territoriali, nelle imprese e nei servizi sociali, con l’emersione del lavoro interrotto da completare, per vivere il 75° compleanno del movimento aclista, con lo slancio di una esperienza di condivisione e solidarietà.

Ci ritroviamo, con la memoria, in piazza della Scala per una Italia e un’Europa aperte, democratiche e solidali, o al Gallaratese per pensare al bene comune della comunità, o al Puccini al Forum delle politiche sociali, o al San Carlo per educarci alla cittadinanza, o alla Sala Alessi per la Campagna “ero straniero”, in un intreccio di emozioni e progetti per abitare la città.

Altri avvenimenti in campo aperto, hanno coinvolto le ACLI nel cammino congressuale, con la manifestazione nazionale “People” per i diritti civili delle persone e l’accoglienza degli immigrati, la mobilitazione degli studenti dei corsi professionali e dell’Enaip in piazza Duomo per una nuova stagione europea, il convegno storico sulla “generazione di liberi e forti”, gli interrogativi sul perché del “populismo” e sulla “scommessa cattolica”, la tradizionale biciclettata arcobaleno dei pacifisti, dalla provincia alle vie cittadine, per l’avventura di “Vuoi la pace, pedala!”, con il volo finale dei palloncini nell’infinito.

Intenso e capillare è stato l’impegno per le elezione europee che la rete dei Circoli ha promosso e sviluppato nei dibattiti a più voci sulla partecipazione al voto, con l’obiettivo di far emergere le molte sfide che l’Unione deve affrontare nello scenario mondiale per superare le divisioni e i conflitti fra i popoli.

In aggancio al rapporto sulla città dell’Ambrosianeum, con l’attività delle ACLI Colf premiate alla Scala per la gestione del lavoro domestico, l’assemblea dell’Ipsia sulla cooperazione internazionale, il congresso di Gioventù aclista, l’animazione dello Spazio agorà a Quarto Oggiaro, la campagna contro l’abbandono scolastico, la proposta di legge per i “caregiver familiari”, l’appello di “Io accolgo”, le iniziative del Forum del terzo settore, della Pace in Comune e di Libera, le ACLI si inseriscono nel tessuto della società civile in un intreccio di “mestieri” finalizzati alla promozione sociale dei cittadini e della comunità.

L’incontro nazionale di studi delle ACLI a Bologna sulla “mobilità sociale e la democrazia”, e il seminario di Milano sulle “prospettive di una città grande ed inclusiva”, hanno tracciato la pista d’impegno per il futuro, con la ricerca su le periferie e l’abitare, le disuguaglianze, il dialogo con la politica, l’alleanza fra le parti sociali, la qualità del lavoro e l’innovazione tecnologica, il welfare, la coesione sociale, le migrazioni, le culture e le religioni.

Senza dimenticare il ruolo dei Servizi e delle Imprese sociali, il Patronato per i diritti previdenziali, il Caf per l’assistenza fiscale, il Saf per le famiglie, i Consorzi e le cooperative per le abitazioni, la solidarietà e il lavoro, l’Enaip per l’orientamento professionale, la Fap per i pensionati, l’Aval per i volontari, le ACLI Colf, l’Ipsia, il Progetto giovani, il Coordinamento donne, le ACLI terra per l’ambiente, l’Unione sportiva, il Centro ecumenico per la pace.

Le Assemblee congressuali dei Circoli dell’area metropolitana che si sono svolte prima del “fermi tutti” per bloccare l’espansione del virus, hanno fatto emergere la creatività dei territori e dell’ispirazione cristiana e umanitaria delle ACLI, con convegni, iniziative e servizi alle persone, finalizzati alla promozione dell’accoglienza, della condivisione e delle solidarietà concreta, per i lavoratori e le famiglie, con particolare attenzione alle fasce più esposte al rischio della emarginazione, della disoccupazione, della povertà.

Se la ripartenza sarà complessa, la resilienza dei Circoli e delle ACLI resta un patrimonio da spendere al servizio della comunità, non solo perché “si è tutti sulla stessa barca”, ma per la naturale vocazione degli aclisti all’operosità e al servizio disinteressato che, fin dalle origini, ha caratterizzato l’azione delle Associazioni dei lavoratori cristiani, con la formazione e l’azione sociale, per lo sviluppo integrale di ogni persona, la giustizia e la democrazia.

Si devono affrontare le sfide del lavoro che cambia, della coesione nella città interetnica e multiculturale, dell’ambiente e della qualità della vita, degli squilibri territoriali e delle ingiustizie sociali, del dialogo ecumenico e interreligioso, del cambio d’epoca che attraversiamo, della rivoluzione digitale e della globalizzazione in un mondo ormai senza confini. Restiamo quindi in attesa della convocazione e dello svolgimento dei Congressi delle ACLI ai vari livelli, dal provinciale, al regionale e infine al nazionale, che ci consentiranno di poter continuare a vivere una storia “antica”, ma con l’inevitabile aggiornamento al divenire dei “segni dei tempi”.

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